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Crisi economica: il trekking ci salverà


Secondo una recente indagine, in America il trekking è praticato anche per evadere dalla crisi economica e per risparmiare nella vita di tutti giorni.

Come combattere la crisi? Facendo trekking.
E’ ciò che sta accadendo in questo periodo in America secondo una recente indagine del Wall Street Journal, che ha individuato nel numero di trekkinisti che si avventurano sul lungo percorso dei Monti Appalachi, una via di fuga contro la crisi economica.
Il trekking o escursionismo è una forma di attività fisica basata sul camminare in spazi aperti, a contatto con la natura, lungo percorsi, strade, sentieri,  più o meno attrezzati. Solitamente si pratica nelle stagioni più calde in quanto le temperature calde favoriscono le camminate all’aperto ma ormai pare essere diventato uno sport senza limiti di stagione e anche d’inverno se ben equipaggiati, è molto in voga. Di solito l’escursionismo si svolge in montagna ed è accompagnato da attività naturalistiche come l’osservazione di specie botaniche o la visita di monumenti o fenomeni naturali posti lungo il percorso.
Proprio perché è uno sport praticabile da tutti, in America si è scoperto che molti disoccupati e non solo, per combattere la crisi e quindi il periodo di disagio economico, si sono dati a questo tipo di attività che proprio per le sue caratteristiche non richiede grosse spese. Zaino in spalla, comodi scarponcini e un abbigliamento adatto alla stagione sono le uniche prerogative per praticare il treccking…poi ovviamente è necessaria tanta voglia di camminare e un amore per la natura.
Secondo la ricerca condotta da Wall Street Journal oltre 1400 persone la primavera scorsa sono partite dalla Georgia per fare trekking e nei mesi successivi, lo hanno fatto altre centinaia di persone. Tutti sportivi? Diciamo che una buona fetta sono disoccupati o cassintegrati di ogni età e di ogni professione: operai, operatori di borsa, estetiste, attrici, impiegati.
Queste persone, secondo le interviste rilasciate, hanno trovato nel trekking una via d’uscita dalla crisi: gli affitti in città costano troppo e allora  evadere della metropoli per rifugi meno costosi pare essere un’ottima soluzione. In effetti i rifugi posti lungo i percorsi sono a buon mercato, e per i più avventurieri è possibile dormire anche nei fienili oppure ospiti di coloro che vivono nella zona. Magari, scambiando un aiuto in fattorie, case e alberghi con un pernottamento e un pasto caldo.
Il percorso
Per chi volesse imbattersi in questa avventura il percorso significativo è il sentiero dei Monti Appalachi che si sviluppa per oltre 3.500 chilometri nella parte orientale degli Stati Uniti e scende parallelo alla costa, dal Mount Katahdin nel Maine alla Springer Mountain in Georgia, attraversando foreste, fiumi, cittadine e praterie di 14 stati. Sul percorso sono disseminati circa 250 rifugi, capanne e campeggi usate dai trekkinisti, che per percorrerlo tutto impiegano circa 3 o 4 mesi.

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.